Wcf Verona: ma famiglia a chi?

Wcf Verona: ma famiglia a chi?

All’indomani del Congresso Mondiale della Famiglia andato in scena a Verona, non è ancora chiaro chi voglia realmente difendere i diritti della famiglia.

Wcf Verona: ma famiglia a chi?

E’ la domanda che mi sono posta dopo la tre giorni di incontri, discussioni, dibattiti e manifestazioni in piazza che hanno travolto la città di Verona.

Guardando il sito degli organizzatori di questo Congresso Mondiale della Famiglia ho trovato persino interessante che ci si occupasse di famiglia, di vita e di “meraviglia” per il mondo, salvo poi leggere il programma e trovare, come primo punto, quel: “La bellezza del matrimonio“.

Primo piccolo cedimento perché io non sono sposata, seppur viva felicemente con il mio compagno e mio figlio.

Proseguo nella lettura, guardo video e leggo le dichiarazioni dei numerosi esponenti presenti per scoprire che: la mia non è considerata una famiglia, le persone dello stesso sesso non hanno diritti come coppia e non dovrebbero nemmeno avere figli, le donne, inoltre, sarebbe meglio se non lavorassero e si dedicassero ai figli e al marito.

Aiuto!

Poi oggi apro la mia casella mail e trovo questo comunicato stampa (ne riporto uno stralcio):

“Nel prossimo Def oltre allo sblocca-cantieri ci aspettiamo lo sblocca-famiglie. In questo senso diciamo che comincia a capire Luigi Di Maio che poteva venire al Congresso e contribuire al dibattito, visto che ha annunciato il coefficiente familiare e sconti su baby sitter, pannolini e asili.”

Sono le parole di Toni Brandi e Jacopo Coghe, rispettivamente presidente e vice presidente del Wcf Verona e di Pro Vita e Famiglia, a commento della reazione del vice premier pentastellato che, all’indomani del Congresso delle famiglie,  ha promesso di inserire nel prossimo Def delle misure concrete per sostenere la natalità .

Un inno alla vita che, naturalmente, è sempre auspicabile sentire, ma non mi sembra che, fra polemiche, fake news e scontri ideologici di ogni tipo, a Verona sia andata in scena un’opera di sostegno alla famiglia.

O meglio, di famiglia si è certamente parlato,  ma i termini usati, più che approfondire discorsi e temi importanti, sembravano andare nella direzione dello scontro, della rissa, anche se solo verbale, piuttosto che del compiacimento in vista delle prossime elezioni europee.

Non sarà un caso se nel comunicato stampa diramato dagli organizzatori  del Wcf Verona si legge: 

“Serve un nuovo Welfare familiare e chi lo farà  avrà  il nostro voto”.

Benissimo, rispondo, ma ditemi cosa si intenda per “welfare familiare” poichè, dai dibattiti emersi nel corso del congresso, credo che per famiglia si intenda solo ed esclusivamente quella naturale, o no?

Non mi è chiaro, insomma, chi voglia realmente difendere la famiglia, di quali diritti si parli e chi ne possa beneficiare.

La mia famiglia

Parlo per esperienza vissuta dal momento che, come dicevo, sono una delle tante rappresentanti della cosiddetta “famiglia allargata“.

Convivo da 19 anni con il mio compagno che ha due figli con un’altra donna; con lui ho un figlio e tutti insieme ci si vede, si va a mangiare fuori e ci si frequenta, malgrado la distanza, come una famiglia.

Ma, stando a quanto sentito: noi non saremmo una famiglia. Perchè, se non ci si sposa non si hanno diritti. Se ci si separa non si hanno diritti. Se due persone dello stesso sesso vogliono costruirsi una famiglia, non hanno diritti.

Per noi famiglia vuol dire  inclusione, tolleranza e rispetto, al di là di una fede al dito o del fatto che un’ unione tra uomo e donna, anche in presenza di figli, possa semplicemente finire.

E quindi l’art. 3, e successivi, della nostra Costituzione che senso avrebbero? Quando si dice che:

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Vogliamo, dunque, limitare la libertà di considerarci famiglia se non rispondiamo ai canoni imposti da quella società, scusatemi, bigotta e bacchettona?

E’ la famiglia intesa nell’accezione che ognuno di noi sceglie di dargli, che ha bisogno di sostegni concreti e non di proclami o comizi elettorali.

Si cercano sicurezza economica, aiuti concreti nel gestire i figli, ma soprattutto un ambiente di vita che sia più rispettoso dei piccoli, siano essi figli nati da un matrimonio tradizionale, da una coppia di fatto o da un unione fra persone dello stesso sesso.

Wcf Verona: ma famiglia a chi? Beh la risposta che mi sarei aspettata di sentire in questo convegno sarebbe: “a chi si considera tale”!

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