Io sto con Zerocalcare

Io sto con Zerocalcare

Non rientro nei Millenials, ma la serie di Zerocalcare, Strappare lungo i bordi, parla anche un pò di me

Io sto con Zerocalcare , alias Michele Rech, fin dai tempi della sua “Profezia dellarmadillo”.

Diciamo che, in questo, ho fatto il percorso al contrario, ovvero: sono partita dal film, per arrivare agli scritti di questo genio fumettista già assurto a rappresentante di una generazione.

Stiamo parlando di quella che viene identificata con le lettere Y o Z (a secondo che sia nata con lo Smartphone in mano o senza) e che, in sostanza, comprende i nativi dal 1981 in poi. I Millenials, o meglio, quei giovani diventati maggiorenni nel nuovo millennio.

Ok, ne sono fuori per poco visto che, all’anagrafe, risulto classe 1974, ma Zerocalcare parla anche un pò di me e quindi mi piace.

Non ho al mio fianco un armadillo, ma il percorso di accettazione rispetto alla ricerca di un senso, in una vita (la mia!) sempre e comunque incasinata, lo faccio (o lo provo a fare) un giorno sì e l’altro pure.

Io mi sento, insomma, la regina delle profezie degli armadilli visto che per me qualsiasi elemento irrazionale è percepito come logico e oggettivo e dunque segno di ottimismo. Le facciate? Sono all’ordine del giorno, ovviamente, ma tant’è.

Strappare lungo i bordi

Detto questo, non potevo perdermi Strappare lungo i bordi, la nuova serie di Zerocalcare disponibile da Novembre su Netflix, e assolutamente in linea con le mie aspettative.

Riflessivo e acuto come sempre, Zerocalcare ci mette di fronte a dinamiche umane e sociali alle quali non pretende di dare una risposta; starà a noi adattarci alla complessità di vite, che alla fine condividiamo con tanti altri, e accettarne i risvolti, anche quando non sono proprio da prima pagina.

Dalla serie si percepisce la paura di fallire, la consapevolezza che si inseguono dogmi creati da chissà chi, per i quali dobbiamo essere sempre e comunque i numeri 1, dobbiamo laurearci, trovare un lavoro dignitoso e, in sostanza, un posto nel mondo.

Da qui ci si ricollega alla paura di deludere un pò tutti (questa sono io!). Zerocalcare ci parla del continuo inviare curriculum che nessuno leggerà e ai quali mai nessuno risponderà, in una sorta di iniziazione al fallimento che, attenzione, non è solo dei Millenials, ma anche di noi “vecchi”! 

Da questa considerazione parte, poi, l’insoddisfazione di non trovare il proprio posto nel mondo o, nel caso arrivi il benedetto lavoro, di rendersi conto che i soldi sono pochi, o non ci sono o, peggio ancora, che per portare a casa la cosiddetta pagnotta devi sottostare a orari, regole e tempistiche che nulla ti lasciano, se non i 10 minuti di visita al negozio di integratori, utili a rialzarti dal letto la mattina successiva. (Fatto che questo!)

Le verità che ci fa vedere Zerocalcare sono, insomma, quelle che affrontiamo tutti i giorni e, volenti o nolenti, che dobbiamo accettare.

Per quanto mi riguarda Strappare lungo i bordi è una serie quasi consolante che ho guardato col sorriso non fosse altro per quella parlata dialettale che tanto mi piace e mi diverte.

Ecco perché io sto con Zerocalcare e, come lui, mi guardo bene dal groviglio di fili che mi osserva minaccioso da dietro la scrivania!

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